All’incirca il 73% della superficie aziendale è investita a colture erbacce: cereali autunno-vernini, ortaggi, foraggere avvicendate e permanenti, nonché colture da sovescio. Per questi terreni, nel gennaio 2021 è inizia la conversione al metodo di produzione biologica.

 

00culture erbacee


La produzione cerealicola è prevalentemente destinata all’autoconsumo aziendale. La produzione foraggera, in particolare il fieno ottenuto dai prati permanenti e il fieno di erba medica, viene destinata all’autoconsumo e alla vendita. La produzione orticola è infine destinata alla vendita come prodotto agricolo fresco o alla produzione di seme all’interno del programma aziendale di conservazione della biodiversità delle varietà locali di specie ortive prive di valore intrinseco e sviluppate per la coltivazione in condizioni particolari.

L’autorizzazione sementiera dell’azienda agraria dell’Istituto è infatti riconducibile all’attività di conversazione in purezza di alcune varietà locali di Cucurbitaceae che negli anni l’Istituto ha provveduto a registrare presso il “Registro nazionale delle varietà di specie ortive prive di valore intrinseco e sviluppate per la coltivazione in condizioni particolari”; le varietà in quesitone sono: Melone banana Santa Vittoria (Decreto 11 marzo 2019 MiPAAFT – 19A01808), Anguria da mostarda a semi beige, Melone ramparino (Decreto 17 dicembre 2018 MiPAAFT - 19A00124), Zucca cappello da prete reggiana, Anguria Santa Vittoria, Anguria da mostarda a semi rossi, Melone banana di Lentigione (Decreto 20 ottobre 2017 MiPAAF - 17A07791).

 

00sementiera

 

Tutte queste varietà locali sono state inoltre iscritte nel “Repertorio volontario regionale delle risorse genetiche indigene agrarie ai senti della L.R. 1/2008” della Regione Emilia Romagna (BURERT n.35 del 24/02/2015 - Determinazione del responsabile del servizio ricerca innovazione e promozione del sistema agroalimentare 17 dicembre 2014, N. 18665).

 

 

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